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FLORA

L'ambiente, tipico prealpino, presenta alcune peculiarità alternando boschi cedui misti con prevalenza ora di faggi ombrosi, ora di castagni che per secoli hanno costituito una miniera per il sostentamento dei montegrinesi, tanto da aver determinato il loro soprannome di "machitt" per il consumo usuale di "mach". Dal diffusissimo acero sarebbe derivato il nome di Montegrino (da un "mons agarinum") ovvero monte degli aceri mentre, dall'altrettanto diffusa betulla, deriva il nome locale del monte: "Bedroni".
Altre essenze caratteristiche locali come la roverella ed il nocciolo, l'ontano ed il nespolo, il salicone ed il maggiociondolo, il prugnolo e l'agrifoglio, il frassino ed il sambuco, costituiscono dei boschi misti ad architettura su più piani in cui, con il procedere delle stagioni, la natura dipinge stupendi gioielli cromatici con accostamenti e sfumature di tale squisita fantasia da valer ampiamente la gita per ammirarli. La varietà ambientale è ancor più arricchita dalle "straniere" infestanti, come l'ailanto e la buddleia, dominate ovunque dall'onnipresente robinia, che in poco più di un secolo ha saputo conquistare ogni angolo di terreno povero e difficile e gran parte dei pascoli abbandonati. La robinia si è anche guadagnata la stima dei nostri agricoltori, che ne hanno saputo valorizzare l'opera di consolidamento delle scarpate come il valore calorico del legname, oltre all'utilizzo dei suoi grappoli di fiori per ottenere il pregiato miele d'acacia e l'uso culinario per gustose frittelle, tortelli o frittate, tutti profumatissimi.
Altro habitat particolare è costituito dalle numerose pinete miste, che hanno trasformato i pascoli fin dagli anni Venti del secolo scorso, tanto per scelta delle amministrazioni comunali che per iniziative private. Tali impianti artificiali, seppur non abbiano avuto l'atteso ritorno economico non valendo il costo dei tagli per lo sfruttamento forestale, hanno piuttosto portato un insperato ed indubbio valore aggiunto alla nostra ricchezza ecologica forestale ed una condizione di pregio per il turismo ambientale. Tanti diversi biotipi forestali, costituendo condizioni litologiche con humus altrettanto vari e diversi, hanno promosso ancor più variate situazioni nelle popolazioni erbacee più numerose delle tipiche submontane.
Con tante varietà ed opportunità a disposizione la saggezza popolare ha saputo trarre un gran numero di usi, utilizzi e ricette per i più disparati fini, oltre che per sostentamento e leccornie.
Se la primavera è il momento migliore per ammirare le fioriture multicolori, l'estate inoltrata vi consentirà di godere dei frutti colorati e delle innumerevoli bacche commestibili, tutti forniti da un corredo di gusti, profumi e sapori che solamente le alchimie della maturazione naturale possono raggiungere. L'autunno tuttavia, pur se considerato un poco triste, con i colori dei suoi panorami dai toni cromatici più caldi è forse il momento migliore per nutrire i sentimenti dell'anima, mentre la moltitudine dei funghi, ricchi dei gusti e dei profumi pubblicamente riconosciuti tipici del nostro territorio, ha destinazione più sensuale.
(testo di Corrado Kientz; fotografia di Enrico Fuselli)